Trevigiano, classe 1973, imprenditore agricolo, laureato in Scienze Politiche, Federico Caner è il nuovo Assessore all’Agricoltura di Regione del Veneto. Una delega importante che va ad aggiungersi a quella al Turismo, riconfermata dalla precedente legislatura. Un segnale forte che sottolinea quanto i due comparti, nel Veneto, siano strettamente legati.
Ma come saranno sviluppate le sinergie tra queste due materie?
La decisione di unire insieme la gestione del turismo e dell’agricoltura è la dimostrazione di quanto questi due asset siano strategici per l’economia veneta – esordisce Caner – parliamo di oltre il 20% del PIL della nostra regione. La pandemia da SARS COV2 ha prodotto rilevantissimi impatti sul turismo e, pur in misura differente e con ricadute più o meno immediate, effetti negativi per tutti i settori del comparto produttivo primario regionale principalmente in ragione del blocco della mobilità e, in particolare in ragione della sostanziale chiusura del canale HORECA. Sono convinto che, particolarmente nella fase post pandemia, sia necessario mettere in sinergia le eccellenze del territorio regionale, culturali, paesaggistiche, enogastronomiche, quale leva potente per promuovere una rapida ripresa economica ed innescare nuove traiettorie di sviluppo locale. In questo senso saranno impostate le linee di indirizzo delle attività dei diversi settori e della promozione territoriale, a partire dalla programmazione dei fondi UE e dalla revisione dei programmi regionali di intervento. Il Veneto si caratterizza per un
grande grado di biodiversità e per le eccellenze dell’enogastronomia ed è sede di bellezze naturali, paesaggistiche e culturali rinomate in tutto il mondo. Occorre rendere il lavoro più sinergico e concreto possibile, definendo una strategia di promozione organica basata anche sul ruolo primario dell’enogastronomia e nelle diverse tipologie e distretti turistici in funzione delle specificità territoriali. Questa azione inoltre non potrà prescindere dalla sostenibilità delle nostre produzioni.
La pandemia ha colpito pesantemente e, pur con tutta la buona volontà e impegno degli operatori e agricoltori, la situazione è difficilissima per turismo, agriturismo e agricoltura.
Il Covid ci sta stremando ma sta anche rafforzando una voglia di riscatto, di riappropriazione del livello qualitativo e quantitativo dell’offerta che il sistema turistico veneto ha saputo raggiungere nel corso degli anni. Se il 2020 rimarrà nella nostra storia come l’annus horribilis, il 2021 e gli anni a venire non potranno che essere quelli della rinascita di una terra che ha sofferto molto, ma non ha mai perduto la cosa più preziosa: sé stessa. Non è difficile, è doloroso commentare numeri e percentuali di perdite, ma abbandonarsi allo scoramento non serve. È molto più utile affrontare la realtà con pragmatismo, fissando due obiettivi e rimarcando una consapevolezza: uscire dalla pandemia con la stessa determinazione che la nostra Regione ha messo in campo per sconfiggere il virus, accelerando sul fronte della più ampia e diffusa vaccinazione e nel contempo mettere in sicurezza le aziende della filiera turistica e le innumerevoli professioni ad essa collegate, evitandone la loro scomparsa attraverso una veloce e congrua assegnazione di ristori e indennizzi.
Quali azioni di sostegno ha messo in campo la Regione per il settore agricolo?
Per quanto le compete, la Regione del Veneto ha messo in atto gli strumenti a sua disposizione per rispondere tempestivamente alle urgenze che l’emergenza epidemiologica ha posto agli agricoltori e in particolare ai beneficiari e ai richiedenti del Programma di Sviluppo Rurale 2014-2020. Con i vari provvedimenti assunti dalla Giunta regionale nel tempo abbiamo provveduto alle proroghe dei termini di scadenza per la presentazione delle domande sui bandi aperti (domande di sostegno) e degli adempimenti a carico dei beneficiari delle operazioni finanziate (domande di pagamento). Inoltre, sono stati adottati provvedimenti di semplificazione delle procedure autorizzative, di istruttoria e di controllo con modifiche delle relative procedure al fine di non bloccare o di accelerare l’esecuzione dei pagamenti ai beneficiari. In particolare, per far fronte alla carenza di liquidità nei comparti agricoli maggiormente colpiti, abbiamo adottato la modifica del PSR per attivare la nuova Misura 21 che prevede un aiuto diretto sino ad un massimo di 7mila euro per agricoltore alla liquidità necessaria per la prosecuzione delle attività. Abbiamo approvato il corrispondente bando a favore dei comparti produttivi interessati: che ha consentito di finanziare 6.347 domande ed erogare 22.374.500,00 euro, il massimo possibile previsto dai regolamenti comunitari, entro il 31 dicembre 2020. Il PSR 2014-2020 è il principale strumento gestito dalla Regione. Alla fine del 2020, i 1.169 milioni di euro di risorse assegnate al Veneto nel 2015 sono state completamente impegnate e oltre il 70% è stato erogato ai beneficiari. Provvederemo quindi a pianificare nuovi bandi orientati a sostenere gli sforzi per costruire un settore più resiliente a partire dai nuovi giovani agricoltori, dalle tecniche agricole più sostenibili dal punto di vista ambientale, dagli investimenti in innovazione delle imprese agricole e di quelle agroalimentari. Sempre per venire incontro alle esigenze di liquidità, sono stati messi a disposizione 3 milioni di euro per finanziamenti a tasso 0 per un importo pari al 100% dell’operazione agevolata, con limiti da 5.000 a 50.000 euro, accompagnati da un contributo di 2.000 euro a fondo perduto per l’abbattimento dei costi della pratica.
Nel contesto attuale quale dovrebbe essere, secondo lei, il ruolo del Consorzio Agrario di Treviso e Belluno? E nei prossimi anni?
Il Consorzio Agrario svolge un ruolo fondamentale nella diffusione dell’innovazione tecnologica per consentire al sistema produttivo di essere al passo con le esigenze del mercato, per aumentare la qualità delle produzioni e l’efficienza produttiva delle aziende, e di essere punto di riferimento per l’aggregazione dell’offerta integrandosi sempre di più nelle filiere. Peraltro, la
possibilità che un unico soggetto possa essere, rispetto ai soci, fornitore dei fattori produttivi e conferente delle produzioni può agevolare la mancanza di liquidità delle aziende, nello spirito mutualistico del mondo cooperativo. Ricordo poi come l’innovazione giochi un ruolo fondamentale per l’agricoltura specializzata dell’area trevigiana, specie per la viticoltura, e per la zootecnia, tipica della zona bellunese.
Inevitabile parlare di Recovery Plan, sia per il Turismo che per l’Agricoltura. Qual è la posizione di Regione del Veneto rispetto alle proposte del Governo?
La situazione è quanto mai fluida, in relazione all’attuale discussione in atto a livello di Governo e parlamento. La Regione ha definito una serie di progetti nel proprio Piano regionale per la ripresa e resilienza e per quanto riguarda la parte agricola ed agroalimentare proponiamo di integrare le risorse del PSR per l’insediamento giovani e per gli investimenti d’innovazione nelle imprese agricole e di trasformazione, dando ulteriore forza ad uno strumento efficiente e rapido, nonché puntare agli investimenti per l’impresa agroalimentare, come fattore di traino del sistema di filiera territoriale, sia attraverso l’aumento delle risorse per la partecipazione agli accordi di programma e di sviluppo finanziati dal MISE, sia attraverso interventi diretti per lo sviluppo di nuove filiere e per la valorizzazione dei sottoprodotti delle lavorazioni tradizionali. Vorrei però tornare sul PSR, perché in questo momento è in ballo l’assegnazione delle risorse per i prossimi due anni, e parliamo di 3.910 milioni di fondi FEASR che sviluppano 6.900 milioni di spesa pubblica. La Regione del Veneto condivide pienamente l’impostazione data dal Ministro Patuanelli, frutto di una mediazione di assoluto buon senso tra le due posizioni emerse alla Conferenza delle Regioni, e che consente di sbloccare una situazione ferma da 5 mesi. La nostra macchina è pronta per portare all’approvazione della Commissione UE le modifiche del nostro PSR in esito alle nuove assegnazioni finanziarie per poi poter gestire sul territorio i fondi necessari ad accompagnare il sistema nella ripresa.