Fiducia, ottimismo e la voglia di provarci sono, per il Consigliere Marco Vuerich, i pilastri da cui ripartire per dare risposte al settore. E, per il Consorzio Agrario, è anche tempo di fare progetti, forti di un Consiglio unito e concentrato sugli obiettivi.

Partiamo dalla sua esperienza come Consigliere del Consorzio, com’è ad oggi?

Sin qui direi che l’esperienza è più che positiva. Covid permettendo, abbiamo sempre lavorato molto bene, cercando di essere puntuali con i programmi che ci eravamo dati. Nonostante la situazione particolare, e pur essendo un gruppo del tutto nuovo, si è creata una bellissima sinergia fra tutti noi Consiglieri, cosa che ci ha permesso di riuscire a dare pronte risposte anche nell’emergenza. Inoltre, come componente più giovane del Consiglio, posso dire che vivere il Consorzio è altamente formativo, ti mette in condizione di crescere moltissimo anche dal punto di vista imprenditoriale. Il confronto con chi ha più esperienza e conoscenza è un’esperienza inestimabile.

Quali sono i prossimi obiettivi su cui state lavorando?

Anzitutto far tornare il consorzio punto di riferimento per tutti gli imprenditori, renderlo più competitivo anche nei confronti della concorrenza, sempre più agguerrita. Stiamo lavorando molto bene in questo senso, con progetti che a medio termine daranno i loro frutti. Stiamo anche analizzando il progetto CAI, un trampolino di lancio che ci potrebbe dare l’opportunità di esser leader nel nostro settore. Certo, è un passaggio per alcuni versi molto complesso, ma credo anche che potrebbe apportare significative migliorie. Al momento, comunque, la cosa più importante è far sentire il Consorzio come “la casa degli agricoltori”: dobbiamo rispondere alle domande di chi opera nel settore, anche nell’agricoltura specializzata, facendoci trovare pronti in questo frangente, offrendo loro il giusto supporto per attuare una vera ripartenza.

Per il comparto zootecnico ed agrituristico qual è la situazione?

Inutile negare che il comparto agrituristico è in forte sofferenza e, di conseguenza, anche le produzioni primarie subiscono inevitabilmente un calo. Lo stop del turismo ha inevitabilmente bloccato la domanda e se non c’è domanda il prezzo scende. Speriamo che la situazione si risolva presto, in modo da prevenire danni irreversibili.

Lei è di Puos d’Alpago, quali sono i vantaggi e gli svantaggi di operare in questo territorio?

In questo momento abitare in un territorio di montagna è per molti versi un vantaggio, lo abbiamo visto in queste settimane: la gente si sente più sicura in un ambito come quello montano. E in questo momento la ripartenza per noi potrebbe essere più veloce che in altre contesti.

Cosa auspica per il futuro?

Spero in un ritorno dell’ottimismo e della fantasia, elementi necessari per fare progetti. Serve un po’ di coraggio per “provarci” e andare avanti. Quel che manca ora, a mio avviso, è la fiducia, c’è davvero tanta paura di guardare al futuro. Mi piacerebbe che si tornasse a sognare.