È nella stagione primaverile-estiva, con la ripresa della vegetazione, che il vigneto richiede maggior attenzione. Tra le operazioni più complesse del periodo vi è sicuramente il “palizzamento dei germogli”, ovvero il raddrizzamento della chioma, un momento cruciale per la corretta gestione del vigneto che ha lo scopo, attraverso opportuna defogliazione, di esporre i grappoli alla luce, all’aria e ai prodotti fitosanitari. Una pratica comune nell’emisfero boreale, che viene evitata solo nei climi eccessivamente caldi e poco umidi, nei quali la tendenza è pressoché contraria. 

Uno dei sistemi più diffusi per la gestione della chioma, è la cosiddetta “pettinatura” che prevede una o più coppie di fili che contengono la vegetazione. A seconda della stagione, i fili vengono spostati dalla posizione bassa (invernale) a quella alta (estiva). Per far questo si possono fissare alle estremità dei fili delle “catene” che vengono sganciate e riagganciate accompagnando la vegetazione. 

Un lavoro molto faticoso a causa del peso della vegetazione e della resistenza dei tralci, soprattutto in presenza di lunghi filari. 

Anche in questo campo, il Consorzio Agrario di Treviso e Belluno offre soluzioni all’avanguardia, grazie alla partnership con brand di assoluto riferimento nel panorama vitivinicolo italiano. 

“Da tempo ci affidiamo alle soluzioni tecniche firmate da Vignetinox – spiega Andrea Gaidano, referente del settore Vigneti del Consorzio Agrario di Treviso e Belluno – una azienda leader del settore capace di brevettare sistemi altamente innovativi, che rispondono alle esigenze di una viticoltura moderna ed orientata al rispetto dell’ambiente”. 

Dagli anni ’70, infatti, si è assistito ad una grande evoluzione delle strutture per agevolare questa operazione, che si è dimostrata sempre più dispendiosa in quanto queste operazioni devono essere fatte repentinamente e a volte con impiego di molte maestranze. Si è passati così dai fili fissi, in cui ogni singolo tralcio doveva essere legato ai fili metallici attraverso l’impiego di salici, che in pochi anni si sono trasformati in plastica, ai fili mobili con l’impiego di distanziatori mobili metallici. 

Un passaggio avvenuto in poco più di 20 anni, poiché le barrette fisse, utilizzate per facilitare l’inserimento spontaneo dei tralci nella coppia di fili metallici distanziati che avevano sostituito i fili fissi, non consentivano l’utilizzo delle vendemmiatrici. Proprio per ovviare alle esigenze sempre più spinte di meccanizzare, durante l’ultimo decennio si sono sviluppate le più disparate macchine per il contenimento della chioma, tutte più o meno indirizzate all’utilizzo di materiale plastico, elemento dispendioso sia in termini di ore lavorative per l’applicazione dei fili plastici, ma anche per il successivo smaltimento di materiali sottoposti a trattamenti fitosanitari. 

“Per risolvere questi i problemi – sottolinea Elisa Vagnoni, Consulente tecnico Vignetinox – negli anni 2000 i Fratelli Bortolussi, titolari dell’omonimo mollificio da cui nasce il brand Vignetinox, hanno brevettato un sistema innovativo per la gestione della chioma con un notevole risparmio di risorse umane ed economiche. L’applicazione di alcune molle consente, infatti, di rendere elastico il filo metallico di contenimento, senza l’apporto di materiale di consumo. Gli elementi elastici, chiamati ammortizzatori, possono essere montati su qualsiasi testata e collegati alla coppia di fili metallici in diversi modi, in base alla durezza del filo, consentendone il movimento. Questo permette di chiudere la chioma con semplicità e naturalezza, simulando l’effetto di un pettine. Con l’utilizzo del filo in chiusura della vegetazione, inoltre, si può iniziare il sollevamento dei tralci a partire da qualche metro più avanti rispetto all’operatore, mantenendo la naturale disposizione degli stessi all’interno del sistema pianta. L’ammortizzatore, inoltre, rende elastici i sistemi di fili mobili, assorbendo anche tutte le sollecitazioni delle lavorazioni meccaniche e i colpi di vento a cui può essere sottoposto l’impianto”. 

Ma la ricerca Vignetinox non si ferma: “All’ammortizzatore abbiamo affiancato il brevetto del palo Infinity, che sostituisce di fatto ogni tipo di palo – prosegue Vagnoni – È un palo a profilo chiuso, con spiccate proprietà anti-torsione come quelle tipiche del legno che, grazie al design altamente performante, nasconde perfettamente gli accessori all’interno del profilo, rendendolo ideale per tutte le lavorazioni meccaniche. La sua tenacità lo rende unico: i test effettuati garantiscono una resistenza quattro volte superiore rispetto a un palo a profilo aperto, a parità di altezza e spessore. Di fatto è l’evoluzione del palo metallico che, se scelto nella versione Cor-ten, garantisce il rispetto dei vincoli paesaggistici senza rinunciare alla longevità del materiale”. 

Una collaborazione, quella con Vignetinox, che sottolinea come il Consorzio Agrario di Treviso e Belluno rappresenti un punto di riferimento nel panorama viticolo trevigiano, offrendo un servizio indispensabile per tutti i produttori vitivinicoli interessati ad utilizzare specifici dispositivi per ogni operazione nel vigneto, in grado di determinare quell’approccio tecnologico che sta alla base della moderna viticoltura: “Il nostro compito principale – conclude Gaidano – è l’assistenza completa, dallo studio alla realizzazione del vigneto; un obiettivo che perseguiamo grazie ai nostri collaboratori, in grado di rispondere ad ogni esigenza delle aziende vitivinicole, nella consapevolezza di quanto una consulenza esperta e qualificata possa concorrere all’ottenimento di risultati premianti in vigneto e in cantina”.