È un rinnovamento dell’intero comparto, quello auspicato dal Consigliere Luca Peruzzo: razionalizzazione dei processi e agricoltura 4.0 possono aiutare il Paese. E al Consorzio Agrario il compito di essere traino del cambiamento.
Anzitutto, riusciamo a tracciare un quadro degli obiettivi che il consiglio si era prefissato e dello stato attuale dei lavori?
Dopo un primo periodo di rodaggio, abbiamo cercato di razionalizzare alcuni percorsi per sviluppare servizi, settori e competenze. Purtroppo, la situazione emergenziale causata dal Covid ha imposto un rallentamento dei lavori, ma la prospettiva generale non è mai venuta meno. Siamo comunque intervenuti in alcuni settori, come nel comparto macchine usate e dei ricambi dove di vicissitudini si è fatta virtù. Nello specifico, nella mia zona si è dovuto razionalizzare l’operato delle sedi chiudendo la sede di Monastier, andando preventivamente ad operare sul rinnovato sito di Roncade, mentre in quel di San Biagio di Callalta dopo la sistemazione dei piazzali proseguono passo dopo passo gli adeguamenti agli impianti di essiccazione.
Nella situazione attuale, quale ruolo dovrebbe ricoprire il Consorzio Agrario?
Il consorzio è nato con fini mutualistici, compie da sempre operazioni di credito agrario nonché anticipazioni ai produttori in caso di conferimento di prodotti agricoli dell’ammasso volontario. Ed ora, razionalizzando le sue operazioni, può comunque essere di aiuto all’agricoltore soprattutto in termini di consulenza e ottimizzazione delle risorse aziendali. In prospettiva futura dipenderà da noi come Consiglio, e dai soci, essere capaci di dare nuovi stimoli, valutando nuovi progetti. In tal senso, anche l’operazione CAI – Consorzi Agrari d’Italia, dovrà potersi vagliare con la massima trasparenza al fine di fornire ad ognuno gli elementi necessari a costruire la propria opinione ponendo al centro di tutto un idea di sviluppo e prosperità del tessuto rurale che è alla base dello Statuto del Consorzio Agrario.
Qual è la situazione attuale per il settore vitivinicolo che lei rappresenta?
Il settore vitivinicolo resiste, con le debite differenze: chi seguiva principalmente l’HoReCa e, più in generale, il settore turistico, si è dovuto trovare nuovi spazi e mercati, come le vendite online. La chiusura serale dei locali e la chiusura totale di alcuni comparti, come quello del turismo invernale, ha tolto mercato al vino italiano di denominazione, che in parte ha trovato ricollocazione in super e ipermercati, naturalmente a prezzi ben più bassi.
E per i produttori di Roncade?
Nella mia zona il settore tiene comunque duro, grazie al traino del Prosecco che ha consentito di affrontare questo momento con qualche risorsa in più. Per chi ha dovuto concentrarsi su altre varietà, come il Pinot Grigio, caratterizzato da un mercato stabile ma da un prezzo non ideale, il problema è più sentito.
Guardando al domani?
Ovviamente il primo pensiero è che le difficoltà che stiamo vivendo passino e che si possa tornare ad una vita normale. Spero anche che tutto questo ci sia di aiuto per imparare a consumare italiano, a visitare il nostro Paese senza dover necessariamente uscire dai confini nazionali; dobbiamo capire che per ripartire è necessario aiutarci tra noi, tutti insieme. Proprio per attuare una vera ripartenza, credo che per il comparto agricolo sia fondamentale la valorizzazione delle filiere, per fare in modo che tutti gli operatori che compongono la catena produttiva stiano bene ed abbiano la giusta soddisfazione, anche economica. Come imprenditore mi auguro che in molti riescano a sfruttare la leva fiscale dell’Agricoltura 4.0 e tutti i servizi ad essa collegati, al fine di realizzare un piano di sviluppo importante del territorio. Nel programma, infatti, si parla di tracciabilità, raccolta di dati e di trasparenza dei protocolli di produzione, ma per interpretare queste innovazioni servirà sicuramente, oltre alla consulenza delle varie associazioni di categoria, l’aiuto di nuove figure che possano semplificare il percorso per le aziende. E questo nuovo ruolo ritengo che potrà essere svolto egregiamente dal Consorzio e dai suoi tanti professionisti.